VISUALIZZAZIONI

giovedì 29 gennaio 2015

LUSH LIFE



Lush Life fu uno di quei dischi incisi da John Coltrane tra una pausa e l'altra durante i suoi brevi periodi di apprendistato passati con Monk e Davis alla fine degli anni cinquanta. Coltrane era all'apice del suo periodo "sheets of sound" lo stile inventato da Coltrane che sviluppò un stile d'improvvisazione molto particolare, costituito da un fraseggio denso di scale in rapidissima successione: centinaia di note, dai registri più bassi a quelli più alti. Questo disco ne è una delle dimostrazioni più accurate. I primi tre brani furono registrati senza l'accompagnamento del pianoforte (la leggenda vuole che il pianista non si fosse presentato in studio) e sono due rielaborazioni di vecchi classici come Like Someone in Love, I Love You e un originale scritto da Coltrane, Trane's Slow Blues. Gli ultimi due brani provengono da una sessione successiva in cui invece il pianista si presentò, e vedono la presenza anche del giovane trombettista Donald Byrd. Il pezzo forte del disco rimane comunque la versione del classico di Billy Strayhorn, la canzone che da il nome al Lp ovvero Lush Life, di cui Coltrane avrebbe poi registrato un'altra versione con il cantante  Johnny Hartman non raggiungendo però l'intensità di quella presente su quest'album.

sabato 24 gennaio 2015

ALBUM COLTRANE


Il 31 maggio Coltrane è il leader di un sestetto per registrare l'album "Coltrane" (Prestige PR 7105, edito nel settembre di quello stesso anno). Le note di copertina si aprono con una definizione: "The NEW tenor saxophone STAR" [la nuova stella del sax tenore]: John si impegna seriamente nel suo debutto, guidando un gruppo che comprende un giovane trombettista di Filadelfia, Johnny Splawn, il baritonista Sahib Shihab, alternando al piano Waldron o Red Garland, con Paul Chambers (basso) e Albert Heath (drums). Dei sette titoli incisi quel giorno, due portano la firma di John, Straight Street e Chronic Blues: nel primo titolo (evocativo di quella "retta via" intrapresa senza droghe), gli assoli di Coltrane riflettono la lezione di Sonny Stitt, mentre il sax baritono di Sahib Shihab e il piano di Waldron si esaltano nei rispettivi ruoli. La cifra stilistica coltraniana come solista non ha alcun bisogno di lezioni e si esprime al meglio in While My Lady Sleeps e Time Was, le punte di diamante del disco: Bakai è impressionante per il "vamp" latino che pervade il brano sin dall'inizio, dove si nota un eccellente Shihab al sax baritono; completano l'album una ballad, Violets For Your Furs e il blues I Hear A Rhapsody (poi in "Lush Life", Lp Prestige PR 7188 edito nel 1960), dove emergono la solidità della ritmica e il soffio leggero, sicuro di Coltrane negli assoli di Violets, quanto dal vigore infuocato di I Hear.



COLTRANE/PRESTIGE 7105 (1957)
1. Bakai - 0:00
2. Violets for Your Furs - 8:38
3. Time Was - 14:55
4. Straight Street - 22:23
5. While My Lady Sleeps - 28:41
6. Chronic Blues - 33:23

IL PRIMO ALBUM "DAKAR"

La seduta del primo album a suo nome ("Dakar" Prestige PR 7280, che sarà edito solo nel 1963), ma non ancora come leader, del 20 aprile, è con un ensemble insolito (con due baritoni, Pepper Adams e Cecil Payne, una ritmica già collaudata che include Waldron, Watkins e Art Taylor): i sei brani incisi presentano una buona omogeneità di linguaggio, dove spiccano le composizioni di Teddy Charles (Dakar, Route 4 e Cat Walk dal sapore latino e intrisi di blues),  le scritture swing grooves di Pepper Adams (Mary's Blues e Witches Pit) e la pagina di Waldron, Velvet Scene, dove Coltrane apre e chiude il tema con Pepper Adams.


1. Dakar - 0:00
2. Mary's Blues - 7:08
3. Route 4 - 13:54
4. Velvet Scene - 20:48
5. Witches Pit - 25:41
6. Catwalk - 32:23

giovedì 22 gennaio 2015

Miles Davis/John Coltrane - Konserthuset Stockholm (1960)


MILES DAVIS/JOHN COLTRANE - Konserthuset Stockholm (1960 Full concert)

 1. So What
 2. Fran Dance.
 3. All Blues/The Theme.
 4. On Green Dolphin Street.
 5. Walkin' / The Theme.

John Coltrane - Tenor Saxophone
 Miles Davis - Trumpet
 Wynton Kelly - Piano
Paul Chambers - Bass
Jimmy Cobb - Drums

 
 
Fu nella primavera 1960 che la sorte di Coltrane ripiegò ancora a causa degli impegni di Davis: una lunga tournée europea. John non poteva lasciarsi scappare l'occasione di metter piede oltre Atlantico per la prima volta. Di quei concerti, promossi da Norman Granz sotto la sigla "Jazz at The Philarmonic" sono rimaste molte tracce, ma Coltrane non sembrava molto convinto di poter affermare tutte le sue qualità nell'ambito di un ensemble che esprimeva una musica che riteneva superata, per lui  quasi di routine. Dal 21 marzo al 10 aprile 1960 i live che documentano le esibizioni non aggiungono nulla più di quanto ci si potesse aspettare; l'occasione, però, era complicata dalla presenza in ogni serata dei gruppi di Oscar Peterson e Stan Getz, nomi altisonanti per il pubblico europeo. Di una esibizione in particolare occorre fare menzione: a Parigi, Coltrane era atteso come l'artista del momento, ma i commenti che uscirono sulla carta stampata non furono teneri con lui, compreso quello di Arrigo Polillo che lo stroncò senza appello, avendo assistito al concerto del gruppo al "Teatro Lirico" di Milano il 31 marzo, di cui non è rimasta testimonianza sonora.

mercoledì 14 gennaio 2015

JOHN COLTRANE - GIANT STEPS

Tornato agli impegni Atlantic, dopo le criticità riscontrate il 26 marzo, nelle sedute del  4  e  5 maggio le cose andarono meglio; John decise di entrare in studio con due cambi di ruolo per il pianista (Tommy Flanagan) e con un altro batterista (Art Taylor): qui i brani incisi nelle due sedute entreranno nel primo album a nome di Coltrane per l'Atlantic "Giant Steps", edito nel gennaio 1960 e fu un successo immediato. Sotto il profilo musicologico, nel brano che dà il titolo al disco, una composizione di Coltrane, si afferma la filosofia coltraniana nell'utilizzo stabile di tre tonalità (Si – Mi bemolle – Sol) impiegati in altri brani (quali Countdown e Spiral). Quell'album sarà completato solamente a fine anno (il 2 dicembre '59) con la struggente Naima, dedicata alla moglie, le cui versioni registrate in precedenza o erano state scartate (26 marzo) o andate perdute (il 5 maggio). Quel brano, un autentico "romantic love song", divenne un classico del jazz degli anni '60 e venne utilizzato spesso da Coltrane in modo eccelso ma sempre più levigato, fino al termine della sua vita; non possiamo tacere dell'uso anche distorto che altri ne hanno fatto nella loro carriera (Santana e McLaughlin nell'album "Love Devotion Surrender", 1972/Columbia).


                                                                       
 

domenica 11 gennaio 2015

John Coltrane & Johnny Hartman




Coltrane e Hartman si conoscevano da diversi anni in quanto erano compagni di band quando suonavano entrambi con Dizzy Gillespie. Hartman è stato l'unico cantante con il quale Coltrane registrò un album da leader. Inizialmente, quando il produttore Bob Thiele contattò Hartman con la richiesta di Coltrane di incidere un album insieme, Hartman si dimostrò molto dubbioso perché non si considerava un cantante jazz vero e proprio. Il cantante andò a vedere Coltrane esibirsi al  Birdland di New York. Hartman  rimase colpito e decise di provare qualche brano dopo l'orario di chiusura del club, lui e Coltrane e McCoy Tyner. Il 7 marzo 1963 Coltrane e Hartman decisero di registrare dieci brani da includere nell'album ma alla fine furono scelti solo sei . Per ogni canzone fu necessaria una sola take, eccetto che per You Are Too Beautiful, che richiese due take perché Elvin Jones ruppe una delle sue bacchette durante la prima take.

1. They Say It's Wonderful
2. Dedicated To You
3. My One And Only Love
4. Lush Life
5. You Are Too Beautiful
6. Autumn Serenade


John Coltrane The Complete 1962 Copenhagen Concert



Questa è la registrazione del concerto tenuto   al  Falkonercentre di  Copenhagen, il 22 novembre 1962.  La formazione del gruppo è Jimmy Garrison al basso, Mc Coy Tyner al piano, Elvis Jones alla batteria o ovviamente Coltrane al Sax tenore.


John Coltrane Live At the Jazz Gallery 1960

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La qualità di questa registrazione non è delle migliori. Infatti il disco originale è un vero e proprio bootleg; la sua importanza è comunque nelle versioni alquanto personalizzate da Coltrane rispetto alle originali di Liberia e The Night Has a Thousend Eyes.

Questa incisione rivestono una particolare importanza in quanto per la prima volta McCoy Tyner suon al piano  nel gruppo di John Coltrane.
Registrato dal vivo al The Jazz Gallery, Greenwich Village, New York il 27 giugno del 1960. John Coltrane al sax tenore e soprano, McCoy Tyner al piano, Steve Davis al basso e Pete La Roca alla batteria.

 
 

sabato 10 gennaio 2015

BLUE TRAIN



Parlare di Blue Train è semplice in quanto si tratta di uno dei capolavori della musica jazz; è l’album della maturazione e della consacrazione di Coltrane e siamo nel 1957.  

All'esordio con l'etichetta Blue Note, Coltrane, è accompagnato da Lee Morgan (tromba), Curtis Fuller (trombone), Kenny Drew (piano) e "Philly" Joe Jones (batteria) in un album dai forti riferimenti blues.  

Sette titoli, tra temi centrali ed alternate take che portano una sola firma, John Coltrane (tranne "I'm Old Fashioned" di J.Kern & J Mercer).

La title track Blue train che apre con possente tema centrale scandito quasi meccanicamente che caratterizza tutto il brano suonato all'unisono dalla tromba e dal sax ai quali si aggiunge il trombone nel secondo giro strofico aumentandone la robustezza.


Con altrettanto vigore il sax di Coltrane irrompe nella scena dando vita ad un assolo memorabile succeduto dal feeling blues della tromba di Morgan e dal groove del trombone di Fuller.
 

Segue "Moment's notice", anche qui gran ritmo, sincronia con gli altri elementi del gruppo tutti autori della storia del jazz.; Lee Morgan e Curtis Fuller, che sostengono John dando robustezza nei temi cantati all'unisono, si fanno sentire eccome; poi gli assoli di Kenny Drew al piano, il contrabbasso di Paul Chambers, tutti disciplinati sotto la sapiente direzione ritmica di "Philly" Joe Jones alla batteria.

"Locomotion", è il terzo brano ricco di velocità e swing e fa impazzire gli amanti di quel Jazz più veloce, dal ritmo sostenuto.

Poi  è il momento di "I'm Old Fashioned". La svolta. Il ritmo rallenta e la melodia sembra toglierti una collocazione spazio-temporale,ovunque tu sia.

 
Poi "Lazy Bird" e capisci che John Coltrane gioca con i tuoi sentimenti e ti riconcede sette minuti di ritmo ed una melodia  con punte di ricca malinconia.